CONVEGNO CICLOESCURSIONISTICO NAZIONALE CAI 2022 – FELTRE

La settimana nazionale dell’escursionismo e cicloescursionismo quest’anno ci porta a Feltre; per la sezione locale del CAI ricorrono i cent’anni di fondazione e la settimana rientra tra le manifestazioni organizzate per festeggiare il secolo di vita.

 

La sede del CAI

 

Ritorniamo a un evento “più tradizionale” rispetto a quello organizzato l’anno scorso a Matera che, in verità, si era svolto per tutta la Basilicata.

Andremo a zonzo per le Vette Feltrine, e nella pedemontana trevigiana, sopra Valdobbiadene.

 

Trova l’intruso…

 

30 Giugno

Saliamo al Rifugio Dal Piaz dal passo Croce d’Aune: mille metri di dislivello per una ventina di chilometri: è l’ultima tappa dell’alta via delle Leggende o alta via n°2 delle Dolomiti – da Bressanone a Feltre.
Si percorre una vecchia strada/mulattiera militare con fondo spesso sconnesso ma sempre onesta per le pendenze.

 

 

Un giro nella “busa”, particolarità geologica delle vette Feltrine non si può fare, pazienza;
la strada, che prosegue fino a delle malghe al centro di questa, continua tale e quale a quella che avevamo già percorso fin qui ma l’ente parco l’ha blindata, chissà quali impatti da velocipide temono.

 

 

Il rifugio offre una bella vista sul massiccio del Grappa, l’Ortigara e l’altopiano di Asiago, e noi ci accontentiamo.
Discesa per la via di salita; nel programma della “settimana” questa gita viene presentata come un simbolo della MTB, una delle più belle salite della zona; in parcheggio confido che si siano sbagliati, io non andrei oltre il piacevole e, per diventare un simbolo, qualcosa di più lo chiederei.

 

1 Luglio

Anello del monte Avena; si rimane in zona, ieri a oriente del passo Croce d’Aune oggi a occidente.

La notizia del giorno è la presenza con noi del presidente generale Antonio Montani, sicuramente la prima assoluta di un presidente in MTB.

 

 

Prima della partenza ci racconta la sua visione per il futuro del CAI e della MTB al suo interno: in estrema sintesi siamo un’associazione da ringiovanire rendendola accogliente aprendosi anche verso le novità.
Applausi e partenza verso il Col Melon.

Si racconta che su queste strade Tullio Campagnolo, dopo una sua sfortunata gara ciclistica, ebbe la geniale idea di inventare il primo cambio per biciclette.
Gita perfetta, partendo dalla fine dove con lodevole elasticità sul programma si prosegue per una variante che salta il punto di partenza e con ulteriore discesa in bella faggeta ci porta a Pedavena per un immediata reintegrazione luppolosa dei liquidi/sali sudati.

 

 

E le auto lasciate a metà strada?
…Si ringraziano gli e-ciclisti recuperanti…
Per il resto qui sotto c’è il copia-incolla del programma.

Un tratto sterrato in falsopiano in direzione nord ci porta quindi al Col Melon dove attraversiamo la strada asfaltata e imbocchiamo il “Troi della Zeccona”. Perlopiù in falsopiano, ma con alcuni tratti in salita e spesso fangosi, ci muoviamo in direzione nord-ovest fino a raggiungere la località Pra’ de Gnela dove incrociamo la strada asfaltata che sale da Croce d’Aune e svoltiamo a sinistra.

La breve salita che segue ci porta all’Agriturismo Casera dei Boschi (possibilità di sosta per assaggiare o acquistare i prodotti tipici della zona) dove lasciamo nuovamente la strada principale e, seguendo le indicazioni per il Campòn-Monte Avena, cominciamo la salita ai panoramici prati sommitali di questo rilievo. Dopo un primo tratto asfaltato la strada si fa sterrata e attraversa i primi pascoli accompagnandoci così al punto di decollo per parapendio teatro dei Mondiali del 2017. Proseguendo quindi verso ovest raggiungiamo l’ampia e spaziosa cima del Monte Avena da dove il panorama spazia a tutto tondo, dalla Valbelluna ai Lagorai, dalle Vette Feltrine al Gruppo del Grappa.

Poco prima di giungere al punto più alto del nostro itinerario, proprio ai bordi della strada sterrata sulla nostra sinistra è visibile la tabella posta in prossimità dell’antica miniera di selce dell’Homo Sapiens, una delle rarissime miniere preistoriche all’aperto individuate in Europa. Poco più avanti, a poche decine di metri dalla strada sterrata, possiamo raggiungere facilmente la Croce d’Avena, eccellente punto panoramico sulla bassa Valbelluna e il Gruppo del Grappa.

Dopo aver superato Malga Campòn lasciamo il terreno sterrato e cominciamo quello prativo percorrendo in discesa la vecchia pista da sci delle Mazzore, mentre davanti a noi il panorama torna a includere la parte occidentale delle Vette Feltrine, il Coppolo e parte dei Lagorai.

Terminata la discesa ci immettiamo quindi nuovamente su strada asfaltata e risaliamo fino a tornare in località Pra’ de Gnela dove svoltiamo verso sinistra per scendere rapidamente al Passo Croce d’Aune (possibilità di un’ulteriore sosta ristoratrice presso l’Albergo Ristorante Croce d’Aune). Seguendo le indicazioni per il Rifugio Dal Piaz proseguiamo verso nord fino a raggiungere un trivio; seguiamo la strada sterrata più a destra (indicazioni CAI per Pedavena) ed iniziamo un tratto di circa 4 km in falsopiano. Sempre seguendo le indicazioni CAI – ci troviamo in questo momento lungo l’Alta Via 2 delle Dolomiti – raggiungiamo e superiamo i ruderi delle Stalle Camogne ed attraversiamo un suggestivo bosco inizialmente su sentiero pianeggiante e in seguito in discesa. Dopo aver superato una croce in legno arriviamo quindi in località Paradìs (altro cartello CAI) dove ha inizio un facile tratto in discesa su asfalto lungo la strada che scende a Norcen-Pedavena; a circa 750 m di quota, in coincidenza con un brusco tornante verso sinistra, lasciamo la strada asfaltata ed imbocchiamo quella sterrata che si stacca verso destra, proseguendo quindi fino al punto di partenza in Pian d’Avena.

 

 

2 Luglio

Si scende nelle terre del Prosecco con un giro sul monte Cesen.

Sorpresa, gli accompagnatori sono tutti elettrodotati, mi vien da sorridere pensando a certe posizioni da puristi; intanto ci sarà da sudare viste le pendenze e il clima, nettamente più caldo qui in pianura.

Con i locali si parla della pedemontana: è un bel terreno di gioco con tante discese per tutti i gusti e per le salite c’è “l’aiutino”!
E dopo una signora discesa, con questo pensiero da Kudic tentatore ritorniamo a casa.

 

Raimondo Durin & Angelo Zagolin

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