SJEVERNI VELEBIT E … NON SOLO !!!
Sono rientrati ieri in serata i “fortunati” partecipanti della micro spedizione in Alpi Bebie.
Spedizione?
Certo, perché quando i giri li propone l’Oracolo, difficilmente si tratta di semplici percorsi ciclabili … uno spazio all’avventura si trova sempre.
In questo caso le tre gite prevedevano dei tratti di “portage”, delle discese tecniche, parecchi single track…quello che non prevedevano invece, era la simpatica quantità di neve…recentemente poi implementata dalle nevicate della scorsa settimana il tutto condito da temperature invero piuttosto SJEVERNI !!!
Come al solito VELEBIT CIOL E VELEBIT DA…ma dagli occhi sorridenti dei “fortunati” a fine avventura …mi è sembrato comunque che le ENTRATE abbiano complessivamente superato le USCITE…
Che “cioghi o daghi” personalmente trovo piuttosto che VELEBIT RUBI… rubi parte dell’anima di chi ha la fortuna di conoscere alcune delle sue più intime e remote meraviglie celate tra le sue foreste.
Bando ai lirismi, ecco un sunto (!) di cosa abbiamo prodotto.
Sabato 22 aprile:
partiti poco dopo l’alba via Podgorje per evitare code ai confini, varchiamo la porta dei Velebit settentrionali salendo dal mare poco dopo Senj alla volta di Krasno Polje.
Speravamo nella sola “spruzzatina” di benvenuto …ma evidentemente lo zucchero a velo ha soltanto “ringiovanito” gli accumuli dei mesi precedenti.
Il divieto di transito sulla strada che porta a Stirovaca e a Baska Ostarje termina il 15 aprile…ma se la strada è percorribile in quanto resa tale dallo spazzaneve tutte le carrabili sopra i 1200m di quota presentano un bel manto assolutamente inciclabile.
Giunti nei pressi di Apatisan (q.1100m) ci rendiamo conto che la salita verso Jezero e il Mali Rajnac è completamente intransitabile. Decido di proseguire verso Stirovaca (q.1100m) e quindi percorrere in MTB la sterrata verso Ravni Dabar. La scelta è azzeccata, la sterrata tra i 900 m ed i 1200 m risulterà tutta pedalabile, anche se la plorda nevosa ci farà chiudere completamente fradici ed intirizziti.
La Konoba Jure che ci ospita a Krasno Polje si dimostra da subito accogliente ed ospitale, e dopo una veloce RISCALDATA sotto a delle docce bollenti, ci si dedica a recuperare !
STIROVACA-RAVNI DABAR percorso A/R di 53 km, 744 m D+, temperature min/media/max 0/7/17°C
Domenica 23 aprile:
Il meteo fa schifo, fa freddo ed è prevista ancora un pò di neve…si passa al piano B studiato a tavolino per pedalare anche con condizioni difficili: si scende di 800 metri per pigliare il traghetto verso Arbe !
Lasciamo il Parco dei Sjeverni Velebit per andare a calcare delle cime più basse di oltre 1000 m slm ma partendo dal mare.
Alle 11.30 traghettiamo con le bici sull’Isola di Arbe, percorriamo veloci la ventina di km che ci porta al capoluogo stesso e iniziamo subito l’ascesa verso la cima più alta dell’isola: il Kamenjak 409 m slm.
La salita è breve ma piuttosto pendente. Verso l’una raggiungiamo le numerose antenne che rovinano un po’ l’estrema bellezza del paesaggio. La catena dei Velebit ci sovrasta seppur parzialmente nascosta dalle nuvole.Il versante adriatico ovviamente presenta solo chiazze di neve, ma noi abbiamo già visto quanta c’è ne sia sul versante opposto.
La discesa al solito avviene in un attimo, un po’ più lungo per me e Feru che decidiamo di osare sul single track dedicato agli escursionisti a piedi…movimentando una dozzina di cancelli per gli animali al pascolo, una vespa appiccicosa e centinaia di ciclamini nel clou della fioritura.
C’è tempo per un veloce pranzetto di pesce nel centro di Rab, e di nuovo in sella ripartiamo verso il traghetto mentre ci regaliamo un gelato non confezionato (!).
Oggi abbigiamento decisamente più adatto per la stagione…corti a go-go.
Una volta sulla terraferma, rientriamo a Krasno Polje salendo direttamente da Jablanac ad Alan, e con una decina di km sterrati a Mrkviste (nei pressi di Stirovaca dove eravamo il giorno precedente). Avevamo già intuito che la strada fosse stata riaperta, ma i due “muri” di neve incontrati al passo ci impressionano non poco.
Alla konoba ci attende la Sibilla che compie gli anni…con un delizioso tiramisù per il dopocena!
RAB – MONTE KAMENJAK percorso anello di 34,55 km, 642 m D+, temperature min/media/max 14/18/24°C
Lunedì 24 aprile:
Già dalla sera prima, si odono sospiri di sirene…inneggianti le bellezze delle isole dalmate, ma la tenacia alla fine la vince, e verso le 9.30 si parte direttamente in bici per cercare di completare la gita ad anello che porta al rifugio Dom Zavizan. Anche in questo caso la scelta è azzeccata, la presenza della stazione meteorologica aperta tutto l’anno è un’ottima garanzia di transitabilità con le biciclette…e in poco meno di tre ore raggiungiamo il nido del rifugio.
Mentre assaporiamo le ottime Velebitsko ci copriamo con tutto quello che abbiamo e quindi saliamo a piedi sulla cima Vel. Kosa 1622 m slm di fronte al rifugio.
Le temperature sono rigide, ma il meteo sembra tenere e tra un refolo e l’altro a volte un pallido sole fa capolino. Purtroppo la visibilità è ridotta, e solo Goli Otok illuminata dai raggi del sole compare un attimo tra le nuvole basse.
La sterrata verso la parte meridionale del parco è ovviamente ancora “vergine”…anche questo era stato previsto… a siamo ciclisti o alpinisti ? Infatti ecco il 30% della comitiva che rinuncia: davanti alla prospettiva di una marcia nella neve di circa dieci km, con a seguire un tratto asfaltato con tre brevi dure salite prima di scendere nel Polje di Krasno, Chiara e Giuliano fanno dietrofront, scenderanno per la via appena percorsa in salita, direttamente alla base. Sarà stata la scelta giusta ?
Loro sono convinti di si, come pure i cinque che percorreranno 10 km scambiandosi a “batter traccia”, bestemmiando per i tratti in salita e per gli accumuli profondi, forse pure per il tratto di salite meno gravi di come sembrava a percorrerle in furgone e non ultimo per il sole che finalmente riscalda la lunga veloce picchiata verso Krasno.
KRASNO – ZAVIZAN – APATISAN – KRASNO percorso anello di 46,63 km, 1086 m D+, temperature min/media/max 0/3/9°C
Martedì 25 aprile:
Sole e meteo variabile, qualcuno propone un altro giro in bici, ma alla fine vince la programmazione: salutata la gentilissima Jasmine (consigliatissima in zona la Konoba Jure, tante camere semplici ma pulite, cucina casalinga con portate robuste, prezzi contenuti ~27€ la mezza pensione, qualche problemino agli impianti idrico-sanitari ma assolutamente trascurabile), si parte con i due furgoni alla volta di Jasenak, nei pressi della stazione invernale Bjelolascica (centro per gli sport invernali da anni in abbandono). L’idea è di fare un giro a piedi nel paradiso calcareo costituito dalle Samarske i Bjiele Stjene un altro bel parco/riserva nel gruppo montuoso della Velika Kapela poco a sud del Gorski Kotar.
Purtroppo il meteo non aiuta, e sotto una sottile pioggerellina iniziamo a salire verso la cima delle Samarske St.
Giunti velocemente in cima, ci fotografiamo nella nebbia e decidiamo di scendere il sentiero verso il bivacco Ratkovo Skloniste, infatti la via alternativa di discesa (quella suggerita dagli appassionati) presenta tratti attrezzati che la neve residua ed il calcare bagnato rendono di certo maggiormente impegnativi. Nel magico bivacco ligneo incastonato nella roccia come un diamante, facciamo un breve spuntino e concludiamo le riprese video, che spero a breve vi faranno scoprire alcune delle cose che abbiamo vissuto in questo intenso ponte della Liberazione.
In meno di tre ore dalla partenza rientriamo ai mezzi e, costeggiando prima Lokve, poi Fuzine, Platak e quindi Fiume, ci dirigiamo verso la Ciceria, verso la donna coi baffi e quindi verso casa, dove rientriamo per ora di cena.
CONSIDERAZIONI FINALI
La neve ci ha costretto a rivedere i percorsi studiati a tavolino ma ha reso il tutto ancora più magico.
In effetti, come fatto notare da qualche ANGELO custode, per spostarsi sulla neve hanno da tempo individuato degli attrezzi moolto più performanti! Ma le condizioni del manto a volte consentono una seppur dura pedalata.
In questi due giorni passati sulla neve, in particolare la discesa dallo Zavizan verso sudest, assomigliava a tratti ad una ritirata di Russia (vero IGOR?). Ma cercate per un attimo di essere li assieme alla vostra bici con le ruote nella neve fino quasi al mozzo, attorno a voi solo il silenzio, il vento tra le fronde, e le impronte, tantissime, sopratutto di ORSI grandi e piccoli. Uno spettacolo. Non c’è nulla da aggiungere. UNO SPETTACOLO!
GRAZIE VELEBIT GRAZIE AI COMPAGNI DI MERENDE E …
UREDU !!!
Roby
(IGORACOLO)