ROBE TWIST
Autorizzato dal Zag capogita impegnato oggi in un’altra missione Vulkan scrivo due righe sulla ZUPER esperienza di ieri sul ROBE TWIST! Questo trail lavorato ad hoc per regalare una discesa mozzafiato si trova sopra Kranjska Gora.
Il buon (si fa per dire) Zagolo aveva più di una volta provato il percorso e ciò gli ha consentito di ampliare il tutto… con ulteriori 150 m di dislivello che però consentono di guadagnare la linea di cresta confinaria regalando una fantastica vista sulla valle del Gail, Villaco, Tauri e… insomma merita.
Quello che lascia un attimino perplessi è invece la prima parte di discesa (che nulla ha a che vedere col bikepark di Robe Twist). Infatti si scende la cresta sul versante austriaco per un “precipidromo” piuttosto impegnativo e per quanto mi riguarda alquanto…”stringente”.
Persi un centinaio di metri di quota, questi poi si devono riguadagnare, e perdere, e riguadagnare e riperdere per un lungo traverso fino alla “sella che non c’è”. Infatti occorre scavalcare la cresta per raggiungere finalmente il versante di discesa e risalire ancora una cinquantina di metri per arrivare infine alla Tabella del percorso ludico.
In ogni caso devo essere sincero, tutte le mie sudate maledizioni di ieri son dovute in particolare alla mia forma fisica. Il giro “ampliato” proposto da Angie è veramente meritevole e da ancor maggior “corpo” al giro altrimenti composto da una semplice e costante salita nel bosco* per poi effettuare una MAGICA discesa che purtroppo (analogia con lo scialpinismo) ha l’unico difetto di durare veramente poco.
Robe Twist che dire…
un primo terzo da sogno fino ad incrociare la via di salita. Partiamo piano con tutta la prudenza necessaria, ma poi la bici ti prende, e complici gli obbligatori “mangia e bevi senza i quali ti troveresti a dover pedalare su pendenze impegnative, viene spontaneo lasciarsi andare , godendo come ricci in magnifiche serpentine, gobbe, imbuti, sponde, scivoli, tornantini… non conosco altri termini tecnici: è un parco giochi.
Passata la sterrata di salita prendiamo fiato. Il percorso è del tutto fluido ma comunque impegnativo per gambe e braccia e pure il fiato manca se non ci si ricorda di inspirare, tanta è la concentrazione sul dove far passare l’anteriore.
La seconda parte scende decisa verso un canalone piuttosto ripido, e la sequenza ininterrotta di tornanti iniziale è veramente tosta e ripida oltre che un po’ scivolosa per il fondo bagnato e fangoso. Con la mia relativa conoscenza di simili percorsi, presumo che qui ci sia qualche tratto di S3, mentre il prosieguo e tutta la prima parte era S1 ed S2.
Non ci sono più particolari difficoltà e troppo presto si intercetta una mulattiera sassosa che , seppur ripida, interrompe la gioia del seguire il nastro serpeggiante disegnato quasi artisticamente sulle pendici della montagna.
Poco dopo tutto finisce. Ma come… proprio ora che iniziavo a prenderci mano!
La ciliegina sulla torta, o il puntino sulla i, o il puntino sulla torta come a volte tra le decine di lingue asserisce sbagliando il buon Wally, è rappresentato dal locale tipico che obbliga chi sbuca dal biciodromo ad una opportuna sosta rigeneratrice.
Un’ottima birra alla spina e piatti semplici ma molto curati e di elevata qualità concludono nel migliore dei modi l’avventura ciclistica.
In ritardo leggiamo i messaggi di Fox e Sara, ma durante la discesa era difficile sentire una suoneria. Eravamo come bambini dell’asilo a gridare di gioia e di incitazioni uno con l’altro!
Al solito pianificare tempi ed esigenze di ognuno non è sempre possibile.
Ancora più gioiosi e rubicondi dopo il lauto pranzetto, scendiamo per la sterrata principale fino alla ciclabile sulla Sava (dicono che il trail di questo ultimo tratto sia franoso ed inappetibile… ti credo dopo il goulasch e un paio di birre, lo strudel di mirtilli e un grappino!).
Poi attraversata la statale riguadagniamo la ciclabile rudolfiana che in breve ci riporta a Ratece.
Un’ultima sosta appena attraversato il confine prima di scendere a Fusine.
Angelo ci fa scoprire il suo ex casello ferroviario ai piedi delle Ponze, un posto idilliaco di una tranquillità e di una bellezza sopraffina in mille tonalità di verde abbacinanti.
Una fetta di melone e un sorso di chianti serbati nel frigo del gavavan e poi via verso casa passando per Sella Nevea, mentre i pensionati e i turnisti in ferie si trattengono nel casello ottocentesco prima di nuovi giochi con le bici (e chissa cos’altro lungo la Traversata carnica) per ancora un paio di giorni di stacco prima di ritornare in città.
Che belle le Giulie e che belle le Karawanke, che bella la MTB in discesa !!!
Ciao amicicci !
Oracle
* Costante salita nel bosco alla quale si affianca il precedente muro del pianto del Wurtzenpass 18% !!!